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Il killer di Palma di Montechiaro voleva fare una strage: uccide un uomo e ferisce i suoi genitori, poi si consegna

Un uomo è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco in un agguato avvenuto a Palma di Montechiaro, un paese . La vittima, Lillo Saito, 65 anni, era all’interno della propria autovettura Chevrolet Captiva, nella centrale Piazza Provenzani, quando è stata raggiunta dai colpi di pistola. Secondo una prima ricostruzione l’assassino si è avvicinato e gli ha sparato a bruciapelo diversi colpi d’arma da fuoco alla testa che lo hanno sfigurato. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire la dinamica e il movente dell’agguato.

Il killer convinto dalla moglie a consegnarsi ai carabinieri

Si è presentato nella caserma dai carabinieri di Palma di Montechiaro per costituirsi il presunto autore dell’omicidio avvenuto in piazza Provenzani. Si tratta di Angelo Incardona di 43 anni, con precedenti penali per tentato omicidio, porto e detenzione abusiva d’arma da fuoco. L’assassino dopo il raid è rientrato a casa rivelando alla moglie cosa era successo. La donna lo ha convinto a presentarsi al comando provinciale dei carabinieri di Agrigento per costituirsi. Gli investigatori lo stanno ancora interrogando per cercare di capire il movente che ha determinato l’omicidio.

Ha tentato di uccidere anche i genitori di Saito

Incardona ha tentato di assassinare anche i genitori della vittima. Li ha raggiunti nella loro abitazione sparando altri colpi di pistola che pero hanno ferito solo di striscio la coppia. I due sono stati trasportati nell’ospedale di Licata; le loro condizioni non sono gravi.

Giallo sul movente

E’ giallo sul movente dell’omicidio di  Saito, ucciso  con 5 colpi di pistola, quattro dei quali sarebbero andati a segno fra la testa e il volto della vittima. I familiari dell’assassino e di Saito, già ascoltati dai carabinieri, hanno riferito che i due non si conoscevano. Gli inquirenti hanno già sentito, in ospedale a Licata, i due anziani genitori della vittima, anche loro rimasti feriti con la stessa arma da fuoco utilizzata per uccidere il figlio. Adesso, i militari dell’Arma - coordinati dal comandante provinciale, il colonnello Vittorio Stingo - stanno ascoltando le mogli dei due uomini. Quando Incardona si è presentato al comando provinciale dei carabinieri di Agrigento, al piantone, avrebbe detto: «È una vecchia storia di mafia». Ma il presunto assassino non è stato ancora interrogato dai carabinieri che, al momento, non riescono a ricostruire il vero movente del delitto, avvenuto in piazza Provenzani. La vittima gestiva l’azienda «Gelati Gattopardo».  L’indagato starebbe rispondendo alle domande del procuratore Patronaggio.

 

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