La madre di Gabriele Rampello chiede giustizia e non concede nessuna giustificazione all'ex marito, Gaetano, il poliziotto che martedì (l'1 febbraio) ha ucciso il figlio in pieno centro a Raffadali, scaricandogli addosso l'intero caricatore della sua pistola d'ordinanza. La donna ha scritto una lettera, firmata anche dallo zio Giuseppe e dalla nonna Francesca, consegnata ai suo avvocati in cui esprime fiducia nell'attività degli investigatori e si dicono "a disposizione per fornire ogni contributo utile affinché Gabriele possa avere giustizia. Non dirameranno nessun commento sul tragico evento nonché in merito al responsabile, perché questo lutto merita di essere rispettato con silenzio". Dolore e silenzio assoluto, dunque, da parte della famiglia, nessun commento, se non uno: "Nessuna ipotetica giustificazione potrà mai legittimare un padre che priva il figlio della propria vita". Poche parole, durissime che non lasciano nessuno spiraglio ad un lontano perdono o comprensione nei confronti di Gaetano Rampello. Sulla vicenda è intervenuto anche l'arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano: "Un segnale di fragilità, che ci lascia sgomenti e richiede da parte di tutti — società civile e comunità cristiane, istituzioni e agenzie educative, famiglie e singoli individui — una maggiore attenzione alle nuove povertà di questo tempo. Una nuova ferita, che non può alimentare l'odio verso l'uccisore, ma non può neppure lasciarci indifferenti di fronte al male che serpeggia nei nostri contesti, a partire da quelli più sacri". Poi il prelato affida un appello alla comunità: "Nella festa della Presentazione di Gesù al tempio, mentre celebriamo l'accoglienza della Luce che rischiara le tenebre del mondo, imploro dal Dio della vita la pace eterna per Vincenzo Gabriele; esprimo la mia vicinanza ai familiari, agli amici e all'intera comunità di Raffadali; esorto tutti a una maggiore vigilanza sulle persone più vulnerabili e sulle situazioni familiari più delicate, perché nessuno sia lasciato da solo a portare pesi insostenibili e perché la solidarietà umana e cristiana prevenga altre simili tragedie". Sul fronte delle indagini, in attesa della convalida dell'arresto, la pm Chiara Bisso e il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio ritengono che la fattispecie sia quella dell'omicidio volontario e premeditato. Intanto per il pomeriggio di venerdì (4 febbraio) è stata l'autopsia sulla salma del ragazzo, l'esame verrà eseguito dal medico legale Alberto Alongi. Gaetano Rampello, che ha nominato come difensore l'avvocato Daniela Posante, potrà incaricare un proprio consulente di parte per partecipare all'autopsia.