In via Procida, al civico 6, il portone di legno chiaro non si apre. La squadra dei vigili del fuoco prova con la forza ma niente da fare. Il solaio è collassato. La palazzina di un piano si trova nella zona rossa di Ravanusa, l’area dello scoppio che ha fatto crollare palazzine e ne ha danneggiate tante altre. Vito Gattuso, 67 anni, ha le chiavi della casa. «È di un amico, mi ha chiesto di recuperare qualche effetto personale, dentro c'è un laboratorio, lui è un medico», racconta mentre i pompieri fanno l’ultimo tentativo per aprire il portone. Ma è inutile. «Mi spiace è troppo pericoloso», dice un vigile all’uomo. «Il mio amico è a Bologna dalla figlia che vive lì, non sa cosa fare perché questa è la casa dove vive», si addolora il signor Vito, mentre tiene in mano le chiavi dell’abitazione e chiede al cronista quando potrà entrare per potere aiutarlo . A pochi metri altri pompieri accompagnano una donna che ha chiesto di potere recuperare dalla sua casa semi crollata indumenti e altri effetti». Nella zona rossa è un via vai composto e ordinato di persone accompagnate dai soccorritori con la speranza di potere entrare nelle case. I pompieri li assistono e li confortano, si entra con i caschetti di protezione. «Siamo entrati in una abitazione con un coppia- riferisce un pompiere del distaccamento di Palermo -. I coniugi hanno recuperato vestiti e altra roba. Volevano prendere anche dei soldi custoditi al piano superiore ma non è stato possibile perché il rischio crollo è alto». In via della Pace, una signora è riuscita a prendere alcune medicine: la tavola al piano basso era ancora apparecchiata. «Stavamo cominciando a cenare quando è arrivato il boato - racconta -. Abbiamo aspettato un po’, poi siamo scappati e ci sentiamo dei miracolati». I vetri della casa sono rotti, al secondo piano ci sono calcinacci. Prima di uscire la donna ha recuperato il suo piccolo «tesoro», alcune piante e anche l'alberello di Natale.