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Ravanusa, un volontario: «Che emozione vedere spuntare Rosa dalle macerie»

«Vedere arrivare dalle macerie la signora Rosa, recuperata dai vigili del fuoco, è stata un’emozione grandissima ed indescrivibile. È l’esperienza più toccante che vivo da quando faccio il volontario nella Croce Rossa italiana, vedere una vita che rinasce è un’esperienza unica per chi come me crede nel volontariato». Lo dice Ignazio Scaduto, 59 anni, tecnico di Rete ferroviaria italiana e dal 2004 e volontario della Croce Rossa Italiana di Licata, tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia a Ravanusa e alla guida dell’ambulanza sulla quale è stata caricata Rosa Carmina, 80 anni, una delle due donne sopravvissute.

Continuava a ripetere: "Mi fa male il braccio"

«La signora Rosa ripeteva "Mi fa male il braccio" ai sanitari e a noi volontari, era impaurita - racconta Ignazio - e secondo me non si era ancora resa conto di quello che le fosse accaduto. Era vigile, rispondeva a tutte le domande e noi avevamo l’adrenalina al massimo, felici di poter contribuire a salvare la vita di Rosa».

Cercava notizie dei suoi parenti

A bordo dell’ambulanza della Croce Rossa di Licata, oltre al medico e all’infermiere del 118 e a Ignazio, c’era anche Simona Fiorino, 44 anni, insegnante di scuola dell’infanzia, crocerossina volontaria. «Vedere viva la signora Rosa - dice - è stata una emozione immensa, un miracolo, sono salita con lei in ambulanza. Rosa aveva il pensiero fisso ai suoi parenti, ripeteva in continuazione "I miei parenti, i miei parenti" e noi che abbiamo cercato sempre di rassicurarla e di tenerla vigile, perché ogni tanto chiudeva gli occhi». Per la famiglia di Simona il volontariato è una questione di famiglia. Infatti anche il marito e la figlia sono stati impegnati a Ravanusa sul luogo della tragedia. Tutti volontari della Croce Rossa. «Mi sento orgogliosa di me stessa, del mio impegno, dei tanti sacrifici - aggiunge Simona - Ho avuto diverse esperienze, ma questa è certamente la più forte, un’emozione indimenticabile. Riuscire a portare in ospedale la signora Rosa ed aver dato il mio contributo ripaga dei tanti sacrifici che faccio da tanti anni», conclude.

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