L’ipotesi che metterebbe tutti d’accordo è quella di traslare la salma del Beato Rosario Livatino nella chiesa di San Domenico. Ma questo progetto si realizzerà solo quando si concluderà il processo di canonizzazione. E la collocazione della salma nella chiesa sarà temporanea: vi rimarrà in attesa che venga realizzato un santuario dedicato al giudice. La richiesta avanzata dal presidente dell’associazione «Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino Onlus», Giuseppe Palilla, è stata accolta dal ministero dell’Interno e dal Fondo Edifici di Culto per la traslazione. Un sì condizionato alla Causa in corso, ma che metterebbe fine alla contesa sulle spoglie del martire. La parrocchia che le ospiterebbe , in attesa della collocazione definitiva, è quella che Rosario frequentava assiduamente e dove pure il padre del giudice, Vincenzo, agli inizi del processo di beatificazione, auspicava potesse essere trasferita in caso di esito positivo. Al momento la salma si trova nella cappella di famiglia a Canicattì. Livatino, magistrato del tribunale di Agrigento, venne ucciso a neanche 38 anni alle porte di Agrigento il 21 settembre 1990 mentre senza scorta, da solo, con la propria auto, si stava recando in ufficio per il suo ultimo giorno di lavoro prima di andare in ferie. Livatino è stato beatificato nella cattedrale di Agrigento il 9 maggio di quest'anno dopo che il 21 settembre 2011 era stato aperto il processo diocesano, conclusosi il 3 ottobre 2018. Il 9 maggio 1993 Livatino venne definito da San Giovanni Paolo II ad Agrigento «Martire della giustizia e, indirettamente, della fede». Nel dicembre scorso ci fu un'autentica sollevazione popolare all’ipotesi di traslare la salma in cattedrale ad Agrigento con una raccolta di firme e con la contrarietà manifestata da fedeli, estimatori, amici e parenti di Livatino nonché da stessa associazione "Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino Onlus" e dell'amministrazione comunale di Canicattì.