Il decesso dell’avvocato Venerando Bellomo, morto improvvisamente a 59 anni venerdì mattina, è dovuto a una "encefalopatia ipossica in soggetto iperteso". È quanto ha comunicato l’Asp alla procura della Repubblica di Agrigento che, dopo un esposto dei familiari, ha avviato degli accertamenti attivando il protocollo sanitario che ha provato, in pochi giorni, l’assenza di qualsiasi nesso con la seconda dose del vaccino Pfizer che gli era stata somministrata il giorno prima. Il procuratore Luigi Patronaggio e il pubblico ministero Paola Vetro hanno, quindi, dato il via libera alla tumulazione del professionista restituendo la salma ai familiari. I carabinieri, subito dopo l’esposto dei familiari, avevano prelevato la salma, su incarico della Procura, per attivare il protocollo finalizzato ad accertare, in prima battuta, le possibili cause del decesso. Per capire se il fatto che avesse completato il ciclo vaccinale potesse essere soltanto una tragica coincidenza o meno. I primi accertamenti hanno subito escluso qualsiasi nesso con la somministrazione del siero. Accertamenti che, senza alcun dubbio, hanno portato nella direzione della morte naturale dell’apprezzato professionista che, in sostanza, sarebbe deceduto a causa di un insufficiente afflusso di sangue al cervello dovuto all’ipertensione.