Nessuna conseguenza dall’operazione «Waterloo» sulla continuità del servizio idrico integrato nell’Agrigentino. È stata questa la rassicurazione fornita ai sindaci della provincia da Gervasio Venuti, il commissario prefettizio che da 2 anni (dal momento dell’interdittiva antimafia inflitta dalla prefettura alla "Girgenti Acque") gestisce la società. Proprio allo scopo di scongiurare eventuali possibili disservizi, Venuti ha già provveduto a sostituire due ingegneri (Francesco Barrovecchio e Calogero Sala, destinatari di 2 degli 8 fermi disposti ieri dalla procura della Repubblica di Agrigento) con altri tecnici, che fanno parte della pianta organica della società. Il sindaco di Sciacca Francesca Valenti (che è anche presidente dell’Assemblea Territoriale Idrica) aveva annunciato che il suo Comune sarebbe stato pronto a sostituirsi a «Girgenti Acque», in caso di emergenza, affinché la regolare erogazione dell’acqua nella sua comunità fosse garantita. Ma il commissario Venuti ha detto che non è necessario che Sciacca né altri comuni agiscano in tale direzione, perché il servizio non rischia di fermarsi. Sullo sfondo della vicenda, in ogni caso, rimane da risolvere la questione di una società, la «Girgenti Acque», che recentemente e stata dichiarata fallita dal tribunale di Palermo. Stesso destino per la «Hydortecne», impresa satellite della prima. Il Tribunale ha anche nominato 3 curatori fallimentari, con il compito di pagare debiti accumulati dalla «Girgenti Acque» che ammonterebbero a 90 milioni di euro. In ogni caso, nell’ottica di superare la gestione privata delle risorse idriche, e di mettere fine ai problemi di una conduzione societaria che sin dall’inizio è stata oggetto di malcontento, i comuni della provincia di Agrigento hanno deciso di compartecipare alla costituzione di una azienda speciale consortile, che dovrà sostituire in maniera definitiva «Girgenti Acque», con l'obiettivo di tornare ad una gestione esclusivamente pubblica dell’acqua. Un percorso che ha registrato però resistenze e preoccupazioni da parte dei singoli comuni, al punto tale che è stato necessario l’intervento di un commissario straordinario nominato dall’assessorato all’Energia per sostituirsi ai comuni inadempienti. «Adesso siamo pronti, la prossima settimana saremo da un notaio per costituire la nuova società», ha detto la presidente dell’Ati Francesca Valenti. ANSA