Ha destato non poco clamore il raid vandalico all’istituto comprensivo «Santi Bivona» di Menfi. I carabinieri della locale stazione di Menfi, stanno indagando a 360 gradi. Sono state perquisite le abitazioni di alcuni pregiudicati del luogo. I militari dell’Arma stanno cercando di esaminare i sistemi di videosorveglianza nelle vicinanze della scuola. Intanto, ieri mattina, sono stati rinvenuti dei borsoni e delle buste, con alcuni oggetti rubati che i malviventi avevano portato via e che evidentemente non erano cosi importanti.
Detersivi, alcuni oggetti di cancelleria e un soffiatore da giardino. Hanno lasciato il segno con una firma nella lavagna «Baby gang 42», lasciando una scuola distrutta. È successo nella notte tra martedì e mercoledì. Ignoti si sono introdotti all’interno dei locali, forzando il lucchetto di una porta, saccheggiando e devastando la scuola. Sono entrati negli uffici della segreteria, mettendoli a soqquadro e portando via tutto ciò che trovavano, poi, in ogni stanza che hanno setacciato, hanno imbrattato le pareti con scritte volgari e con gli estintori hanno lasciato le loro impronte. Svuotati gli armadi e distrutto parecchi documenti cartacei.
Il dirigente scolastico, Mariangela Croce, si dice amareggiata, delusa e arrabbiata. «Confido nelle forze dell’ordine, non si deve arrivare a 11 episodi prima di installare sistemi di sicurezza. Confido in una dimostrazione forte da parte di tutta la comunità menfitana, affinché possano contribuire per quello che ciascuno può dare e può fare e chi sa, che parli. Non ci sono stati episodi oggettivi tali da giustificare una azione simile e pur sforzandomi di trovare una logica illogica, che potesse aprirmi la possibilità di comprendere i motivi di questo furto grave, non posso comprendere motivi di questo episodio di vandalismo senza precedenti. Non ha senso rompere finestre, armadi, imbrattare, prendere l’estintore e scrivere volgarità. Ho chiesto - conclude la dirigente - che finalmente la scuola possa essere messa al sicuro, quanto meno il plesso centrale, dove si maneggiano dati sensibili. È uno scempio nei confronti della cultura, della possibilità di riscatto sociale in un contesto come il nostro, caratterizzato anche da situazioni sociali al limite ed è proprio per questo che la scuola deve rappresentare il porto sicuro per questi ragazzi. Deve essere uno strumento di riscatto, con la cultura».
Il sindaco Marilena Mauceri, ha fatto sapere che ha dato disposizione agli uffici preposti di attivarsi per la video sorveglianza e per valutare la sicurezza degli infissi.
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