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Sciacca, cuochi senza lavoro al servizio dei poveri

Con alberghi e ristoranti chiusi o in attività con molte restrizioni, la pandemia da mesi ha azzerato il lavoro degli stagionali, in maggioranza cuochi e camerieri, che operano in questo settore. I più fortunati sono all’opera per periodi estremamente limitati. Eppure ieri una ventina di stagionali di Sciacca hanno acquistato i prodotti e servito il pranzo della domenica alla Mensa della Solidarietà. Per celebrare questo momento importante è arrivato a Sciacca anche monsignor Alessandro Damiano, Arcivescovo coadiutore di Agrigento.

Chi da oltre un anno non lavora o è riuscito a fare ben poco rispetto al passato ha deciso di dare qualcosa a chi ha ancora meno. «Vogliamo farlo almeno alcune volte all’anno, organizzeremo altri pranzi – dice Vincenzo Mandracchia, lavoratore stagionale – proprio perché c’è chi ha problemi maggiori rispetto ai nostri e deve essere aiutato».

A Sciacca sono circa 700 gli stagionali che operano nel settore del turismo e della ristorazione. Il pranzo della domenica alla mensa si organizza quando c’è la disponibilità dei volontari a svolgere il servizio. In tutti i giorni feriali, invece, ogni sera, la cena è assicurata per una cinquantina di persone e altri, ammalati o sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria che non consentono loro di lasciare le proprie abitazioni, la ricevono a casa.

«Quello degli stagionali – dice l’Arcivescovo coadiutore Damiano - mi piace definirlo un esempio di carità in atto. Tante volte la carità è detta, oggetto di riflessioni, di belle parole, ma deve essere realizzata. Il dare da mangiare è un esempio di carità in atto. Soprattutto in questo tempo di grande difficoltà in cui il mondo della ristorazione è messo in ginocchio il fatto che operatori di questo settore dedichino la domenica a dare da mangiare a chi potrebbe rimanere digiuno è un esempio di quella carità di cui ognuno di noi, ciascuno nella propria condizione, dovremmo saperci fare carico».

L'articolo completo nell'edizione di Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia.

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