"Non doversi procedere per avvenuta prescrizione dei reati". Il decorso del tempo cancella le condanne, inflitte in primo grado dal tribunale di Agrigento, nei confronti dei quattro responsabili della coop Lagana, accusati di avere truffato il Comune e il Parco archeologico di Agrigento, facendo la "cresta" sull'incasso dei posteggi della Valle dei Templi.
In primo grado, il 19 dicembre del 2019, i giudici avevano inflitto un anno e sei mesi di reclusione per Carmelo Vella, 61 anni, ritenuto il "dominus" di fatto della coop; un anno ciascuno per i figli Giuseppe e Sonia, 36 e 37 anni; e Alfonso Zammuto, 70 anni, altro responsabile della Lagana.
I giudici della seconda sezione penale della Corte di appello di Palermo ai quali si sono rivolti i difensori (gli avvocati Daniela Posante, Antonella Arcieri, Olindo Di Francesco e Fabio Inglima Modica), su richiesta dello stesso procuratore generale, hanno dichiarato la prescrizione. La coop riconducibile a Carmelo Vella e ai figli Giuseppe e Sonia, in particolare - secondo l'ipotesi sostenuta in primo grado dall'attuale procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal pm Elenia Manno - violando le procedure previste dal bando e la convenzione stipulata fra il Comune e il Parco, avrebbe omesso di informatizzare la gestione del parcheggio, utilizzando le park card e applicando prezzi maggiori in modo da trattenere la differenza alla luce pure del fatto che il Parco avrebbe dovuto incassare una percentuale.
Contestata anche la mancata corresponsione del canone annuo di 10 mila euro. In primo grado era stata decisa l'assoluzione per l'attuale direttore del Parco archeologico di Agrigento, Roberto Sciarratta, e per il funzionario Maurizio Attanasio.
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