Arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico per i due presunti rapinatori del distributore Q8 di Canicattì avvenuto la scorsa settimana.
Il giudice delle indagini preliminari Stefano Zammuto ha sciolto la riserva seguita all’interrogatorio di garanzia nel corso del quale ha convalidato i provvedimenti di custodia in carcere eseguiti da polizia di Canicattì ed Agrigento nei confronti di Alessio Taibbi, 27 anni; e Gian Piero Lo Giudice, 35 anni, entrambi di Canicattì. Nel corso dell’interrogatorio hanno finito per ammettere le loro responsabilità. Così il Gip Zammuto ha concesso la misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico accogliendo la richiesta degli avvocati di fiducia Calogero Meli e Giovanni Salvaggio. Devono rispondere di duplice rapina aggravata in concorso, danneggiamento aggravato di bene pubblico e privato, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.
I due sono stati fermati e di fatto arrestati dai poliziotti del commissariato di Canicattì, guidato da Cesare Castelli, e dai colleghi della squadra mobile di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi. I due sono stati bloccati alcune ore dopo in fuga una volta commessa una rapina al distributore di carburanti Q8 di contrada Madonna dell’Aiuto alla periferia di Canicattì.
Il primo ad essere fermato in aperta campagna è stato Alessio Taibbi. Qualche ora dopo nel centro storico di Canicattì i poliziotti hanno bloccato Gian Piero Lo Giudice in fuga per i tetti di alcune vecchie case.
I poliziotti nel corso delle indagini hanno acquisito elementi schiaccianti di colpevolezza recuperando tra le altre cose anche l’arma giocattolo priva del tappo rosso, parte della refurtiva ma soprattutto gli abiti utilizzati per compiere la rapina abbandonati lungo la via di fuga.
L'articolo di Enzo Gallo nell'edizione di Agrigento in edicola del Giornale di Sicilia
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