Quattro colpi di pistola contro la carrozzeria del suv e un sacchettino, ricolmo di proiettili inesplosi, lasciato sul parabrezza. «Bersaglio» dell’intimidazione: un licatese quarantasettenne, socio di un’agenzia di onoranze funebri. L’inquietante «messaggio» è stato recapitato durante la notte fra lunedì e ieri alla periferia di Licata. Ad indagare, provando a tracciare la giusta pista investigativa, sono i carabinieri della compagnia di Licata che hanno sequestrato il sacchettino e l’autovett ura. Nella zona dove è stato messo a segno l’avvertimento – stando a quanto trapelava ieri – non sono presenti telecamere di video sorveglianza, né pubbliche e nemmeno private. Un dettaglio, questo, che non è affatto di poco conto. La presenza dei «grandi occhi» avrebbe potuto, rapidamente, far percorrere la giusta strada investigativa ai militari dell’Arma. I quattro colpi di pistola sono stati esplosi – stando a quanto trapelava ieri dal fitto riserbo investigativo – a distanza ravvicinata. Verosimilmente pochi istanti prima, il delinquente o i delinquenti avevano lasciato –per essere ancora più espliciti – il sacchettino con i proiettili inesplosi. Fatta la scoperta, è stato subito lanciato l’allarme e nella zona dell’int imidazione si sono precipitati i carabinieri. I militari dell’Arma hanno subito sentito il proprietario della macchina, una Toyota, per cercare di stabilire se la vittima avesse o meno dei sospetti. L'articolo nell'edizione di Agrigento-Caltanissetta-Enna del Giornale di Sicilia.