Coronavirus, a Lampedusa positivi 7 alunni e 4 maestre: si infiamma il dibattito sulla didattica a distanza
Salgono i casi di coronavirus nelle scuole elementari di Lampedusa. Contagiati 7 alunni e 4 maestre i cui tamponi, anche se asintomatiche, hanno dato esito positivo. La scuola è stata chiusa da lunedì. Gli altri 45 tamponi effettuati agli alunni, intanto, sono risultati negativi. Altri tamponi sono stati effettuati adesso ai genitori degli alunni e si attende l'esito. I nuovi casi arrivano mentre si infiamma il dibattito sulle lezioni a distanza. I presidi bocciano l'ipotesi di chiudere le scuole. "La scuola si fa in presenza, si può fare la didattica a distanza solo se ci dovesse essere un lockdown generale. Altrimenti è fonte di iniquità e mette in difficoltà studenti e famiglie". Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli sul Corriere della Sera in cui dice che "non è possibile immaginare che uno studente dell'alberghiero impari a fare la carbonara solo leggendo la ricetta senza provarla mai o che i periti tecnici o meccanici non facciano neppure un'ora in laboratorio: la scuola si è preparata per la ripresa, comprando mascherine, gel, banchi. Gli enti locali potevano comprare dei bus". Al centro del caso, infatti, ci sono soprattutto i trasporti. A sollevare il problema è stato Luca Zaia. "Se pensassimo alla didattica a distanza per le ultime 2-3 classi delle superiori, magari in alternanza, un giorno sì e 2 no, una settimana sì e 3 no, verrebbe tolta tanta pressione sui trasporti". Le Regioni governate dal centrodestra criticano le misure del governo, che al momento esclude l'ipotesi della didattica a distanza. I contagi "non avvengono dentro le scuole", i ragazzi "sono felici di essere tornati in classe. E ci devono rimanere", ha ribadito il ministro Lucia Azzolina. Le scuole "hanno già scaglionato gli orari di ingresso e uscita, pensato a protocolli per la sicurezza - ha aggiunto oggi Giannelli -. Bisogna che Comuni e Regioni mettano in sicurezza il trasporto pubblico. Io non vorrei che ci fosse anche una componente di natura politica nella richiesta del Veneto. Le Asl sono in difficoltà, forse ci vorrebbero altre risorse per sveltire i tamponi e i referti. Questo può influire anche sull'operatività delle scuole. Ma continuo a credere che siano uno dei posti più sicuri, più dei bar e delle pizzerie: se anche fuori dalla scuola si applicassero le regole che si usano in classe ci sarebbero molti meno contagi".