Risarcimento milionario per una famiglia agrigentina. Una cinquantenne, nel 2009, è morta a causa del sangue infetto somministratole con terapia trasfusionale negli anni '80 in un ospedale del Nord Italia. Le sacche di sangue però risultarono essere infette tanto che alla donna venne diagnosticata un’epatite cronica HCV. Negli anni le condizioni della donna peggiorarono notevolmente riscontrando cirrosi epatica ed epatocarcinoma che nel 2009 la portarono al decesso. La famiglia della donna decise di fare causa al Ministero della Salute chiedendo un risarcimento danni con l'accusa di omicidio colposo e per non avere vigilato correttamente sulla raccolta e sulla distribuzione del sangue e degli emoderivati da destinare alle trasfusioni. Il Tribunale di Palermo, con una sentenza emessa nel giugno del 2014, aveva riconosciuto alla famiglia un risarcimento complessivo di circa 840 mila euro a titolo di danni non patrimoniali. Il Ministero della Salute aveva proposto appello non riconoscendo alcuna responsabilità. Il Foro di Palermo, lo scorso 25 maggio, ha rigettato l'appello e ha riconosciuto un maxi risarcimento alla famiglia a titolo anche dei danni morali quantificati in 1.065.000 di euro.