«Disperato, ho scritto una e-mail alla polizia aeroportuale di Pisa, mi hanno convocato per chiedermi precisazioni e mi hanno assicurato che avrei potuto rientrare. In poche ore hanno risolto il caso, la Protezione civile siciliana e il sindaco della mia città non mi hanno neppure risposto». È terminata la «prigionia» di Santo Musotto, agrigentino settantenne bloccato in Toscana, a Prato, da ne febbraio, dove era volato per assistere la figlia, reduce da un piccolo intervento chirurgico e rimasto bloccato dall'esplodere della pandemia e del conseguente lockdown che ha paralizzato prima il Paese e poi il mondo intero.
È tornato a casa dalla moglie malata. «Dopo il decreto del governo, che imponeva a tutti gli italiani di restare a casa - spiega - è iniziato l'incubo. Hanno cancellato tre voli da Firenze e Pisa e poi hanno chiuso gli aeroporti. Nei giorni successivi, però, ho avuto necessità di rientrare perché mio figlio ha riaperto la cartoleria e mia moglie ha bisogno di assistenza».
I voli, con uno scalo intermedio a Roma, dopo alcuni giorni sono stati programmati ma non è mai arrivato il via libera al viaggio da parte delle autorità. «Ho scritto alla protezione civile, alla Regione, al prefetto, al sindaco, ad alcuni deputati e non mi ha mai risposto nessuno. Disperato ho inviato una Pec alla polizia aeroportuale di Pisa, solo in questo modo si è sbloccata la situazione».
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia
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