«Il racconto degli indagati presenta significativi elementi di inverosimiglianza fin dalla sua genesi». Il gip Stefano Zammuto boccia la versione fornita dai tre arrestati per il maxi colpo di lunedì pomeriggio alla banca Sant'Angelo di Raffadali che ha fruttato dai 50 ai 60 mila euro.
Il fermo - come, al contrario, era stato chiesto dal pubblico ministero Chiara Bisso - non è stato convalidato perché il giudice non ha ritenuto provato il pericolo di fuga ma sono state disposte delle misure cautelari.
Per l'unico agrigentino coinvolto - il quarantatreenne Raffaele Salvatore Fragapane, 43 anni - viene peraltro sottolineato che, «se avesse avuto intenzione di fuggire, lo avrebbe fatto dopo la sentenza di condanna del processo scaturito dall'operazione antimafia Montagna», in cui è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione. Per lui e per il palermitano Umberto D'Arpa, 53 anni, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Per Martino Merino, 26 anni, anche lui palermitano, unico incensurato del gruppo, sono stati disposti gli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico.
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia
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