Rappresaglia a calci e pugni per vendicare una denuncia per minacce di cui era stata «promessa» la remissione. In realtà sarebbe stato un equivoco perché la querela era stata già ritirata e la notifica sarebbe partita per un errore. Vincenzo Interlici, 54 anni, e il figlio Pasquale, 27 anni, sono stati condannati per l'accusa di lesioni. Nove mesi sono stati inflitti al padre, sette al figlio. La differenza di pena è dovuta al fatto che il cinquantenne ha dei precedenti e, proprio per questa ragione, non potrà beneficiare della sospensione condizionale della pena. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Rossella Ferraro. I due imputati dopo avere ricevuto la citazione al processo per minacce, secondo quanto ha accertato il processo, sarebbero andati a trovare il tassista che aveva loro assicurato di avere ritirato la denuncia e lo avrebbero picchiato selvaggiamente con calci e pugni. L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia