«Si mettono in viaggio pregando che le loro vite non si spengano in mare, in mezzo al nulla. Chissà quanti ne partono e quanti ne arrivano! Spererei che i grandi dello Stato facessero un passo avanti e che non se ne uscissero con “prima gli italiani e poi gli stranieri” perché anche loro sono esseri umani e meritano di vivere come noi». Così l'appello degli studenti di Montevago durante la cerimonia funebre per le due donne, di età compresa tra 16 ed i 24 anni, rimaste vittime del naufragio del 23 novembre davanti a Lampedusa. Il piccolo comune Belicino, così come aveva già fatto il giorno precedente Santo Stefano Quisquina, ha accolto nel proprio cimitero comunale le due bare. «Sappiamo che sono figlie di questo Mediterraneo che ingoia e porta morte, anziché essere un ponte di vita », ha detto il sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo, che ha aggiunto: «Finché c'è posto, daremo ospitalità nel nostro cimitero». L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia