A pochi giorni dall'anniversario della strage di migranti a Lampedusa con 366 morti, un altro naufragio di ottobre fa piangere per altre vittime. Un barchino, con a bordo una cinquantina di migranti, si è ribaltato durante le operazioni di soccorso. Tredici i corpi recuperati, tutti donne, al momento, 22 i superstiti. Tutti gli altri sono dispersi e sono in corso le ricerche. Tra loro ci sarebbero anche 8 bambini, secondo quanto si apprende dal racconto dei sopravvissuti agli uomini della Guardia costiera e della Guardia di finanza che li hanno soccorsi. A bordo del barchino in legno c'erano in maggioranza tunisini e subsahariani. Il naufragio è avvenuto tra le 2 e le 3 di notte a circa sei miglia dalle coste dell'isola, nel tratto di mare tra l'isolotto di Lampione e la più grande delle Pelagie. Sul posto stanno operando le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. I primi cadaveri recuperati sono stati quelli di due donne che sono stati sbarcati sul molo Favaloro alle 4:30 da una motovedetta della Capitaneria di porto. Alle 4:55 altre due motovedette della Guardia di finanza sono rientrate in porto con i 22 superstiti. Sarebbero 15, quindi, i dispersi, le cui ricerche sono in corso. Nelle operazioni di soccorso impegnato anche un elicottero delle Fiamme gialle che sta sorvolando la zona del disastro, a meno di un miglio dalla costa. Le condizioni meteo nel Canale di Sicilia sono in netto peggioramento e le previsioni per i prossimi giorni sono proibitive. A bordo del barchino naufragato c'erano una cinquantina di migranti. Secondo una prima ricostruzione, quando sono arrivate le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza per il trasbordo, i migranti si sono spostati tutti da un lato e a causa del mare mosso, hanno fatto ribaltare l'imbarcazione. La tragedia arriva anche a pochi giorni di distanza dall'intesa sui tempi di rimpatrio da due anni a quattro mesi per molti dei migranti irregolari che arrivano in Italia senza avere i requisiti per lo status di rifugiato: un risultato da raggiungere allargando a 13 Stati la lista dei Paesi ritenuti sicuri dove rimandarli e snellendo l'iter burocratico per gestire le domande d'asilo. Per cercare di convincere i Paesi d'origine a riaccogliere più rapidamente e con numeri più consistenti i propri emigrati, per le prossime settimane Di Maio ha già annunciato una serie di viaggi in alcuni degli Stati elencati nel decreto, dai quali proviene un terzo dei circa 7.000 arrivi del 2019. Nella lista figurano Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia e Ucraina, "Paesi che abbiamo individuato dopo il lavoro dei nostri ministeri", ha spiegato Di Maio interpellato sulle assenze della Libia e dell'Egitto. Intanto, la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo. Nelle prossime ore un magistrato della procura di recherà sull'isola per seguire da vicino, spiegano dal palazzo di giustizia, le operazioni.