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Migranti a Lampedusa, più arrivi che partenze: la protesta dei tunisini

Protesta di migranti a Lampedusa

L'hot-spot di Lampedusa al collasso. Nonostante i continui trasferimenti sulla terraferma il numero degli arrivi supera infatti quello delle partenze. E gli sbarchi fantasma non si fermano.

Tre quelli che si sono succeduti durante la giornata di ieri per un totale di 171 migranti approdati autonomamente sull'isola. Tutti sono stati trasferiti nel centro di contrada Imbriacola dove erano già ospitate altre 90 persone, la capienza massima prevista per la struttura.

Nella scorsa notte inoltre sono sbarcate 28 persone salvate a un miglio dall’isola da una motovedetta della Guardia di finanza. Tra loro 19 uomini, 8 donne e un bambino provenienti da Tunisia, Camerun e Costa d’Avorio. Le persone nonostante fossero esauste e bagnate sembravano in buone condizioni di salute, come fa sapere Mediteranean Hope, il programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Ieri sera un gruppo di tunisini ha inscenato un sit in di protesta davanti alla chiesa madre del paese che si trova nel centro urbano. Chiedono di potere rimanere in Italia e di non essere rimpatriati. Gli arrivi dalla Tunisia, dove domenica scorsa si è votato per le presidenziali, sono aumentati anche grazie alla situazione di instabilità politica e all'allentamento dei controlli.

Nelle ultime due settimane sono quasi 600 i nordafricani approdati a Lampedusa ed è emergenza anche per le forze dell'ordine, il cui organico si sta rivelando insufficiente rispetto agli interventi quotidiani legati alla nuova ondata di sbarchi.

"Vogliamo vivere solo con dignità come essere umani", "Vogliamo solo lavorare", "Aiutaci a non ritornare in Tunisia": è con in mano dei pezzi di cartone con queste scritte, che ieri sera un gruppo di tunisini ha inscenato il sit in di protesta, del tutto pacifico. Il gruppo ha chiesto di poter rimanere in Italia e di non essere rimpatriato.
I migranti si sono sdraiati, lasciando in bella evidenza i cartelli con gli appelli, in un punto della piazza davanti al sagrato della parrocchia San Gerlando. A monitorare il sit-in c'era la polizia.

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