Francesco Montenegro lancia un appello dalle colonne di Avvenire. "Si tratta di una situazione umanitaria gravissima" e "assistiamo a una forma ingiustificata di durezza nei confronti delle altre 34 persone che sono rimaste a bordo".
"Facciamo appello alle autorità competenti affinché al più presto si decidano di permettere alla Mare Jonio di attraccare".
"Prima di qualsiasi disputa politica vi sono i diritti umani che vanno difesi sempre e comunque".
La decisione di far sbordare 64 migranti (fra cui donne incinte, bambini e persone in precarie condizioni di salute) "sembrava aprire uno spiraglio in questa ennesima vicenda che vede compromettere e danneggiare la dignità di quei nostri fratelli che, prima ancora di essere migranti, sono persone umane già messe a dura prova, nei loro paesi di provenienza, da guerre, violenze e carestie", dice il cardinale Montenegro su Avvenire.
Le persone che sono rimaste a bordo sono "ormai stremate fisicamente e psicologicamente, dopo diversi giorni di sosta in alto mare, sballottati dalle onde e privati del sacrosanto diritto di salvaguardare la loro vita", scrive ancora il cardinale sottolineando che "nella situazione drammatica che si è venuta a creare l'equipaggio sta facendo un lavoro straordinario che merita un grande apprezzamento; sono uomini e donne che hanno assicurato ai migranti l'assistenza, il sostegno e l'affetto per reggere a una prova così estenuante. Speriamo, per loro e per i migranti, che la Mare Jonio sia messa nelle condizioni di mettersi al riparo dalle onde e di entrare nel porto di Lampedusa".
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