Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Open Arms, sbarcano altri 9: a bordo restano 99 migranti, svolta più vicina

Sulla Open Arms restano 99 migranti più l'equipaggio. Altri nove naufraghi sono sbarcati e due di loro sono stati ricoverati nel Poliambulatorio per accertamenti ma poi subito dimessi: si tratta di un uomo con un aritmia cardiaca e una donna con un deficit visivo. In 8 hanno manifestato problemi di salute mentre sta bene una donna che ha accompagnato il marito.

Gli altri 7 sono stati sono stati portati, con un pulmino, nell’hotspot; uno di loro ha la scabbia, che sarà trattata direttamente nel centro di contrada Imbriacola, gli altri sei avrebbero sintomi di depressione e problemi psicologici.

L’imbarcazione della Ong spagnola è in mare da ormai 20 giorni, dallo scorso fine settimana si trova alla fonda di fronte all’isola di Lampedusa. «La situazione a bordo si complica ogni minuto. Chi non vuole vedere la situazione insostenibile a bordo è incapace di provare empatia per il dolore degli altri», scrive Open Arms su Twitter.

La svolta potrebbe essere forse arrivata ieri sera, con il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: "Possiamo portarli noi in Spagna", ha detto. Dunque, dopo che la Open Arms ha "incredibilmente rifiutato", scrive il ministro Su Facebook, di essere accompagnata in Spagna dalla Guardia Costiera italiana "a questo punto facciamo un ulteriore passo in avanti: siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia Costiera, nel porto iberico che ci verrà indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms". "La Spagna però - aggiunge - faccia prima, a sua volta, un passo in avanti e tolga immediatamente la sua bandiera dalla nave Ong".
Le diplomazie sono comunque al lavoro per stabilire una linea comune, anche se il tempo scorre inesorabile. E se la Ong ha accettato la proposta di trasferimento dei migranti in un porto delle Baleari - Minorca o Maiorca - rimane tuttora aperto il problema di come si debba procedere.

"Se davvero un accordo è stato trovato, è indispensabile che Italia e Spagna si assumano la responsabilità di mettere a disposizione tutti i mezzi necessari", avverte Open Arms. Che però mette dei paletti. "Con la nostra imbarcazione a 800 metri dalle coste di Lampedusa, gli stati europei stanno chiedendo a una piccola ong come la nostra, di affrontare 590 miglia e 3 giorni di navigazione, in condizioni meteorologiche peraltro avverse, con 107 persone stremate e 19 volontari molto provati che da più di 24 giorni provano a garantire quei diritti che l'Europa nega", evidenziano.
No dunque all'ipotesi di essere scortati dalle navi militari della Guardia costiera fino alle Baleari, perché, dicono Oscar Camps e Riccardo Gatti di Open Arms, "noi certamente non possiamo navigare con la situazione che c'è a bordo". Anche la seconda ipotesi, cioè quella di trasferire una parte dei naufraghi nelle navi militari mentre il resto rimarrebbe sull'imbarcazione spagnola, viene bocciata dalla Ong.
In questa sorta di partita a scacchi, la Ong ha messo in campo due proposte: il trasferimento dei naufraghi in aereo o con traghetti di linea. "Per dare dignità a queste persone potrebbero trasferirli a Catania e da lì in aereo portarli a Madrid - è l'idea lanciata da Camps e Gatti - Affittare un boeing per 200 persone costa 240 euro a passeggero".
L'alternativa, proposta dalla Ong, è l'uso di traghetti, e non di navi militari, "per fare viaggiare queste persone, stremate, in condizioni umane".
Alle parti si rivolge la portavoce della Commissione europea Natasha Bertaud: "Facciamo un appello agli Stati membri e alle Ong a collaborare per trovare una soluzione che funzioni e che permetta uno sbarco immediato delle persone". Spiegando, inoltre, che il commissario Dimitris Avramopoulos nei suoi contatti con gli Stati membri degli ultimi giorni ha sollevato anche la questione della Ocean Viking, la nave norvegese con 356 naufraghi a bordo da giorni tra Malta e Lampedusa.

Tag:

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia