"Le residue esigenze cautelari possono essere salvaguardate con il divieto di espatrio, da ritenersi allo stato necessario alla luce dei legami con Malta e con il territorio estero nell'esercizio dell'attività delittuosa disvelata con l'indagine". Con queste motivazioni il gip di Reggio Calabria, Valentina Fabiani, ha revocato l'obbligo di dimora, con la prescrizione di rientrare in casa negli orari serali, per Davide Schembri, 43 anni, di Agrigento, ex responsabile della Goldbet accusato di essere a capo di un'organizzazione criminale che si occupava di scommesse on line illegali. Il giudice, al quale si sono rivolti i suoi difensori, gli avvocati Daniela Posante e Nico D'Ascola, ha sostituito la residua misura con il divieto di espatrio. Schembri figura nella lista dei sessantotto fermati, sparsi per l'Italia, dell'operazione "Galassia", scattata il 13 dicembre e scaturita da un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Gli inquirenti ipotizzano l'esistenza di una rete criminale, sparsa per il territorio nazionale, che avrebbe alimentato un sistema di gestione delle scommesse on line totalmente illegale attraverso delle piattaforme che sfruttavano server stranieri. Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, chiamata a convalidare il fermo, e poi la stessa collega del tribunale di Reggio Calabria hanno, però, escluso l'aggravante di mafia. Per questo erano stati disposti gli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico (provvedimento confermato dal tribunale del riesame) e, nelle settimane successive, c'era stata un'attenuazione della misura con l'obbligo di dimora. Schembri, indagato per associazione a delinquere con l'aggravante mafiosa, in occasione dell'interrogatorio di convalida del fermo, si era difeso respingendo tutte le accuse e convincendo, in parte, il giudice. La notizia completa nel Giornale di Sicilia in edicola