Sei misure cautelari sono state eseguite dai carabinieri di Licata in un blitz antidroga. Si tratta di un gruppo costituito da italiani ed extracomunitari che facevano giungere la droga in autobus da Palermo. L'indagine ha preso il via nel settembre del 2016 dalle segnalazioni effettuate da alcuni genitori e si è protratta fino al 2018. L'operazione, denominata "Capolinea", ha permesso di scoprire anche come il centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo fosse un luogo utilizzato per lo spaccio. Agli arresti domiciliari sono finiti in 4: Francesco Casa, Roberto Gueli, Touri Adama e Touri Bubbacar. Uno degli indagati è stato sottoposto all’obbligo di dimora, mentre per il sesto è stato previsto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La droga, principalmente hashish, veniva trasportata, tra i bagagli, da corrieri compiacenti che poi la smerciavano direttamente o indirettamente a giovani e giovanissimi vicino a scuole e a luoghi di aggregazione. Il giro di affari è stato stimato in oltre 500 mila euro. Ogni settimana, i due gruppi erano in grado di smerciare almeno mezzo chilo di droga. Secondo quanto è emerso dalle intercettazioni, i presunti pusher utilizzavano - nelle conversazioni telefoniche - anche un linguaggio criptico. La droga veniva chiamata "bottiglia di Cola". "Arresti nell’agrigentino: spacciavano droga anche in un centro di accoglienza mentre a Nuoro è stata smantellata una banda di marocchini che faceva affari con l'immigrazione clandestina tra finti matrimoni e prostituzione. Grazie a forze dell’ordine e inquirenti, lotta alla droga, al crimine e al business dell’immigrazione in ogni città. La pacchia è finita". Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini commenta due operazioni di polizia che hanno portato all’emissione di misure cautelare di sei persone a Licata e altre tre a Nuoro.