Un fascicolo d'inchiesta sul caso della "Sea Watch 3" aperto dalla Procura di Agrigento. La nave della ong da sei giorni è al confine delle acque territoriali italiane, a 16 miglia circa da Lampedusa.
Il procuratore aggiunto, Salvatore Vella, nel fascicolo - a carico di ignoti - ha ipotizzato il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nei giorni scorsi, il Viminale aveva dato l'autorizzazione allo sbarco di 10 delle 53 persone a bordo, fra cui immigrati che stavano male e bimbi in fasce.
Sul caso intanto interviene Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, che si dice "preoccupata per l'atteggiamento del governo italiano nei confronti delle ong che conducono operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. I migranti salvati in mare non dovrebbero mai essere sbarcati in Libia, perché i fatti dimostrano che non è un Paese sicuro". Il commissario chiede che alla "Sea Watch 3 sia indicato tempestivamente un porto sicuro che possa essere raggiunto rapidamente".
La nave si mantiene a sud di Lampedusa, in acque internazionali e naviga avanti e indietro in attesa di sviluppi. Il decreto sicurezza bis entrato in vigore sconsiglia al capitano della Sea Watch 3 il tentativo di forzare la diffida ad entrare nelle acque italiane firmata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini: rischierebbe una multa da 10mila a 50mila euro e la confisca dell'imbarcazione.
Intanto, il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Sea Watch per contestare il divieto di ingresso in acque territoriali e il "no allo sbarco" della nave che si trova a sud di Lampedusa con a bordo 43 migranti soccorsi una settimana fa. Lo fa sapere il Viminale.
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