Fronte comune dei viticoltori della Sicilia centromeridionale che si riconoscono nei consorzi Uva Italia IGP di Canicattì e di Mazzarrone danneggiati negli ultimi anni dall'avversità della fitopatia del cracking. Ieri mattina a Canicattì sono arrivati i rappresentanti delle aziende dei due comprensori che abbracciano una trentina comuni delle province di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Catania, assieme ai presidenti dei consorzi IGP, Salvatore Lodico e Gianni Raniolo, ed ai rappresentanti delle diverse associazioni di categoria.
Assieme a loro anche i sindaci di Canicattì e Mazzarrone, Ettore Di Ventura e Giovanni Spata, nonché amministratori locali dei diversi comuni dei due vasti areali e molti addetti ai lavori della composita filiera.
Il cracking è una fitopia che, vuoi per cause agronomiche sbagliate vuoi per avversità atmosferiche, porta alla lacerazione degli acini rendendo il grappolo di uva destinato al consumo dei consumatori non più commerciabile. I danni nella passata annata agraria sono stati enormi. Le stime per difetto parlano di 220 milioni di euro nel comprensorio Igp di Mazzarrone che abbraccia 5 comuni e di più, molto di più, in quello di Canicattì che invece abbraccia 14 comuni in provincia di Agrigento ed 11 in provincia di Caltanissetta.
L’articolo nell’edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia