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Mafia e droga, colpo alle cosche di Agrigento: arrestati capo ultras della Juventus, il nuovo reggente e altri 32

Nel riquadro Andrea Puntorno, celebre capo ultras della Juve
Nel riquadro Andrea Puntorno, celebre capo ultras della Juve

Scacco alla famiglia mafiosa di Agrigento con articolazioni a Palermo e in Calabria. Tra gli affari più proficui il traffico di droga portato avanti da un gruppo criminale e armato.

Il personale della Dia ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Dda di Palermo, nei confronti di 32 persone tra Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma.

Tra loro anche Andrea Puntorno, capo ultras della Juve, uno dei leader del gruppo "Bravi ragazzi", che già in passato ha avuto problemi con la giustizia. Puntorno era tornato ad Agrigento da circa un anno, dopo la condanna seguita all'arresto del 2014 per questioni di droga e bagarinaggio, e si trovava in regime di sorveglianza speciale. Secondo gli inquirenti avrebbe avuto legami con Antonio Massimino, 50 anni, considerato l’attuale reggente della famiglia mafiosa della città dei templi. Per il capomafia la notifica dell'ordinanza è scattata nella casa circondariale, dove si trova attualmente detenuto, con l’accusa di aver ordinato un sequestro di persona e di aver commesso una violenza sessuale, nata da una truffa ai danni di Salvatore Ganci, di 45 anni, commerciante di autovetture, coinvolto in prima battuta e poi assolto da ogni accusa nel processo che si è concluso il 16 febbraio 2021.

L'acquirente di una macchina avrebbe pagato con assegno scoperto. Per questo il giovane era stato attirato con un pretesto in un magazzino, quindi trattenuto, minacciato dai sequestratori armati e costretto a restituire l'auto. In quella occasione Massimino si sarebbe spinto a molestare la compagna dell'uomo: anche questo era un modo per affermare la propria supremazia criminale.

A Puntorno, invece, gli inquirenti contestano il concorso esterno in associazione mafiosa: secondo le indagini era una sorta di broker della droga e sarebbe stato lui a mettere in contatto il presunto boss di Agrigento con le 'ndrine calabresi alle quali l'organizzazione si rivolgeva per l'acquisto di droga.

All’operazione denominata Kerkent hanno partecipato anche i carabinieri del comando provinciale di Agrigento che hanno dato eseecuzione  ad altre due ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di due persone accusate di concorso in sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.

Ecco le persone raggiunte dalla misura cautelare: James Burgio, 25 anni di Porto Empedocle, inteso “Jenny”; Salvatore Capraro, di Villaseta (Agrigento) 19 anni; inteso “Ascella”; Angelo Cardella, 43 anni di Porto Empedocle; Marco Davide Clemente, 25 anni di Palermo inteso “Persicheddra”; Fabio Contino, 20 anni di Agrigento;  Sergio Cusumano,56 anni di Agrigento; Alessio Di Nolfo, 33 anni di Agrigento; Francesco Di Stefano, 43 anni di Porto Empedocle, detto “Francois”; Daniele Giallanza, 47 anni di  Palermo inteso “Franco”; Eugenio Gibilaro, 45 anni di Agrigento; Angelo Iacono Quarantino, 24 anni di Porto Empedocle; Pietro La Cara, 42 anni di Palermo,  inteso “Pilota’ o “Corriere”; Domenico La Vardera, 38 anni,   inteso “Mimmo”; Francesco Luparello, 45 anni di Realmonte; Domenico Mandaradoni, 31 anni di Tropea e residente a Francica; Antonio Massimino, 51 anni diAgrigento;  Gerlando Massimino, 31 anni di Agrigento; Saverio Matranga, 41 anni di Palermo; Antonio Messina, 61 anni di Agrigento inteso “Zio Peppe”; Giuseppe Messina, 38 anni di Agrigento; Messina Valentino, 56 anni di Porto Empedocle; Liborio Militello, 58 anni di Agrigento; Gregorio Niglia, nato Tropea e residente a Briatico, 36 anni; Andrea Puntorno, 42 anni di Agrigento; Calogero Rizzo, 49 anni di Raffadali; Francesco Romano, 33 anni nato a Vibo Valentia e residente a Briatico; Vincenzo Sanzo, 37 anni di Agrigento, inteso “Vicè ovu’; Attilio Sciabica, 31 anni di Agrigento; Luca Siracusa, 43 anni di Agrigento; Giuseppe Tornabene, 36 anni di Agrigento  inteso “Peppi lapa’; Calogero Trupia, 34 anni di Agrigento inteso “Cuccu” e  Francesco Vetrano, 34 anni di  Agrigento, inteso “nivuru.

Sono due, invece, le persone arrestate ad Agrigento dai carabinieri, presunti fiancheggiatori del boss Massimino. Si tratta di Gabriele Miccichè, di 28 anni di Agrigento, ritenuto braccio operativo del capomafia, e di Salvatore Ganci, di 45 anni, commerciante di autovetture.

Persone:

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