«Il terremoto registrato al largo delle coste agrigentine qualche notte fa, anche se di magnitudo di 2.1, è inquietante, in quanto ricade in quel tratto di mare poco al largo di Siculiana, che nel 1845 è stato teatro di alcune esplosioni, riferite dal sacerdote Giuseppe Mercalli, che comportarono quasi l’affondamento del vascello inglese Victory ed alla intossicazione dell’equipaggio per inalazione di gas liberato in seguito a quella esplosione. Un asituazione da monitorare».
Così Mimmo Macaluso, medico ed esperto di archeologia marina che qualche anno fa ha scoperto il vulcano Empedocle, responsabile scientifico del Wwf Sicilia Area Mediterranea, commenta l’ultima scossa tellurica registrata il 29 gennaio scorso, all’1:31, al largo della costa agrigentina, con ipocentro a 15 chilometri da Siculiana e Realmonte, come hanno rilevato i sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
Il rischio ipotizzato, in sostanza, è quello di possibili nuovi esplosioni sottomarine di gas che potrebbero essere favorite, secondo l’esperto, anche dalle trivellazioni in mare.
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia