Il Gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, poche ore dopo l'interrogatorio di garanzia, durante il quale l'indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha revocato gli arresti domiciliari a Francesco Lisinicchia, 49 anni, ex assessore del Comune di Naro. Lisinicchia è accusato di avere esercitato pressioni sull'imprenditore di Gela (Cl) Giuseppe Romano, che aveva in appalto il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti, per costringerlo a stipulare un contratto di vigilanza con una società del Palermitano di cui lo stesso Lisinicchia era dipendente e responsabile di zona.
Il giudice, dopo che i difensori - gli avvocati Diego Giarratana e Antonio Panico - hanno prodotto la documentazione che attestava la sua uscita dalla giunta comunale, che ha preceduto di qualche settimana l'arresto, ha ritenuto di sostituire la misura cautelare dei domiciliari con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre volte alla settimana.
"Il provvedimento di revoca da parte del sindaco della delega di assessore fa venire meno la funzione pubblica strumentale alla commissione del reato e risulta idonea ad affievolire le esigenze cautelari" ha stabilito il giudice per le indagini preliminari. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal pubblico ministero Chiara Bisso, ipotizzava a carico di Lisinicchia, che è pure consigliere comunale di Naro, il reato di concussione. Il Gip, tuttavia, ha ritenuto provata, sul piano indiziario, l'accusa più lieve, di "tentata induzione indebita a dare o promettere altre utilità".
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