"Se io penso a me come uomo in un momento di difficoltà e vedo che tutto ciò che mi potrebbe aiutare a stare in piedi mi viene tolto, non hanno risolto il problema, mi hanno ucciso due volte". Lo dice il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, sul decreto sicurezza e il taglio dell'assistenza sanitaria per i migranti in manovra, a margine della presentazione dell'audiolibro "ti stacco e poi ti aspetto", su Gino Bartali della collana Phonostorie curata da Caritas italiana e rete europea risorse umane.
"Sono segnali - aggiunge -, saranno segnali di forza? Possono essere anche segnali di debolezza, quando non riesco ad affrontare i problemi come vorrei taglio i rami".
Il cardinale poi torna sul presepe e dice: "non sia simbolo di una sfida ma non offende chi appartiene ad altre religioni. Io questi problemi non me li pongo onestamente - spiega Montenegro a proposito del fatto che c'è chi sostiene che il presepe non va fatto per non offendere i credenti in altre religioni - perché nella convivenza si sta insieme".
"Se dialoghiamo io capisco quali possono essere le tue esigenze e lui può capire quali sono le mie - dichiara - ed è nell'amicizia che poi nessuno dei due si meraviglia che ognuno faccia ciò in cui crede. Se invece noi guardiamo dall'alto e non ci caliamo tutto diventerà difficile".
"Nelle mie piccole esperienze in cui ho avuto a che fare con musulmani o altri - aggiunge - non abbiamo mai avuto problematiche nel dire tu appartieni a un'altra fede e nessuno offendeva l'altro e lui rispetta me sapendo che per me quelle cose sono importanti ma non come sfida, non deve essere un modo per misurare le distanze. Gesù è venuto per unire, io credo che alcune volte si vogliono creare situazioni per dire: vedete siamo diversi ma perché non partiamo dicendo siamo uguali".
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