Il gommone con a bordo 40 migranti sbarcato a Lampedusa quattro giorni fa avrebbe subito un naufragio nel Canale di Sicilia, in cui avrebbe perso la vita anche una persona. È quanto emerge dai racconti dei superstiti interrogati dalla polizia di Agrigento nell'ambito delle indagini condotte dalla squadra mobile, su delega della locale procura della Repubblica, e che ha portato al fermo di due presunti scafisti, Fada Cletus, nigeriano di 23 anni, e Ibrahim Muhammed Ridha, egiziano di 35, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I due avrebbero guidato un gommone con a bordo 40 migranti partito dalla Libia e giunto a Lampedusa quattro giorni fa. In particolare, mentre uno guidava il gommone, l’altro, dotato di bussola, dava indicazioni sulla rotta da seguire.
I due fermati sono stati portati nel carcere di Agrigento a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il provvedimento di fermo, firmato dal procuratore della Repubblica Luigi Patronaggio e dal sostituto procuratore Cecilia Bavarelli, è il risultato di una un’articolata attività investigativa condotta dalla squadra mobile, su delega della procura.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sulla base dei racconti dei superstiti, i migranti erano salpati dalle coste libiche lo scorso 8 novembre. Dopo circa due giorni di navigazione, il motore del gommone su cui viaggiavano è andato in avaria. In balia delle onde, gli scafisti hanno provato ad avvicinarsi ad un peschereccio intento a raccogliere le reti da pesca. Alcuni di loro si sono tuffati in mare e, aggrappandosi alle reti da pesca, sono riusciti a salire a bordo del peschereccio, il cui equipaggio ha poi tratto in salvo il resto dei migranti, non rendendosi conto, però, dato il buio e le difficili condizioni meteo, che uno di loro era morto annegato.
Caricamento commenti
Commenta la notizia