"Il mio compito di pastore è quello di annunciare il Vangelo, anche quando questo risulta scomodo da accogliere o molto impegnativo. Il Papa con la sua visita non ha fatto altro che annunciare la Parola di Dio e dirci che dobbiamo prenderci cura del fratello": lo dice il parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra, in una intervista a Vatican News, a cinque anni dalla visita di Papa Francesco.
Il viaggio di Bergoglio, l'8 luglio del 2013, viene ricordato in questi giorni con diverse iniziative con al centro, questa sera, una messa di ringraziamento per quell'evento, con la presenza dell'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro.
La Parola di Dio "purtroppo - prosegue don la Magra - a volte, l'abbiamo dimenticata; abbiamo dimenticato che essere cristiani ci porta a giocare in perdita, a mettere da parte anche qualche nostro privilegio o qualche nostro diritto per il bene del fratello. Non sempre le posizioni del Vangelo o di un parroco che prova ad annunciarlo o quelle della Chiesa, del Papa stesso, sono ben accette da tutti".
"Però, credo che la sfida della comunità parrocchiale come quella di Lampedusa sia quella di rimanere una lampada accesa anche quando altri interessi come quelli dell'economia, del benessere, del commercio possono far sottolineare altre priorità. Quindi ci proviamo, tenendo conto che in un posto piccolo, molto concentrato su se stesso come l'isola di Lampedusa, ma allo stesso tempo con una visibilità estrema, ogni parola, ogni gesto ha un peso. Sappiamo che quello che accade a Lampedusa è di monito, di esempio, di ricordo per il resto dell'Italia, ma anche del mondo".
"La comunità lampedusana forse non è esente - ammette il parroco - da quello che si respira al di fuori della nostra isola, però i lampedusani sanno che in mare si muore e che il mare restituisce i corpi. Allora pur trovandosi a volte divisa sulle questioni politiche, la comunità lampedusana, proprio per la sua esperienza diretta, non può certo dire di trovarsi davanti a fatti inesistenti, ma, al contrario, davanti a fatti concreti che segnano la vita di persone che qui vediamo, tocchiamo, ascoltiamo".
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