Controlli a tappeto dei militari della capitaneria di porto di Porto Empedocle su pesce venduto tra ristoranti, venditori ambulanti e pescherie. Sono stati confiscati circa 193 chili di prodotti ittici e 40 metri di rete da pesca, sono state elevate sanzioni amministrative per mancanza di tracciabilità del prodotto ittico e per mancato rispetto dei requisiti previsti dal pacchetto igiene, per un totale di 22.256 euro.
L’operazione è stata denominata “Spring fish”ed è stata coordinata dalla direzione marittima di Palermo, nel periodo compreso dal 21 maggio all'8 giugno. Sono stati coinvolti i militari della guardia costiera impegnati in numerosi controlli nella provincia di Agrigento.
In particolare sono stati controllati trentasette tra ristoranti, venditori ambulanti e pescherie. A cinque ristoranti sono stati comminate sanzioni da 1.500 euro ciascuno perché sprovvisti di idonea documentazione necessaria ad attestare la tracciabilità del pescato. Inoltre, al titolare di un esercizio commerciale è stato comminato un verbale amministrativo di 1.000 euro perché carente dei requisiti igienici.
È stato organizzato un controllo congiunto tra i militari della capitaneria di porto – guardia costiera di Porto Empedocle e il personale della polizia stradale di Agrigento che ha portato alla confisca di circa 90 chili di prodotti ittici a causa della mancanza della documentazione necessaria ad attestare la tracciabilità del pescato.
Inoltre, sono state elevate sanzioni amministrative per mancanza di autorizzazione sanitaria, delle procedure di autocontrollo Haccp, dell’idoneità termica dei veicoli, per revisione scaduta e per mancanza della documentazione del mezzo, per un totale di 15.525 euro.
Nell’area portuale di Licata, sono stati sequestrati contro ignoti circa 500 esemplari di ricci di mare, la cui cattura è vietata nei mesi di maggio e giugno.
In mare invece, la dipendente motovedetta della capitaneria di porto ha colto in flagranza un peschereccio intento alla pesca sottocosta comminando al comandante e armatore un verbale amministrativo da 4.000 euro e un verbale amministrativo da 2.000 euro perché privo delle registrazioni del pescato.
I prodotti ittici confiscati a seguito di ispezione effettuata dai veterinari dell’Asp di Agrigento, sono stati dichiarati non idonei al consumo umano per l’impossibilità di verificarne la provenienza e sono stati destinati alla distruzione.
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