AGRIGENTO. Tutti i ricorsi della difesa sono inammissibili e, quindi, le condanne diventano definitive. È arrivato l’ultimo verdetto per lo stralcio ordinario dell'inchiesta antimafia «Nuova Cupola» dal nome dell'operazione, eseguita dalla polizia, che il 26 giugno del 2012 ha fatto scattare 55 provvedimenti di fermo a carico dei nuovi presunti boss e gregari delle cosche agrigentine. La Suprema Corte, nella tarda serata di venerdì, ha emesso la sentenza che, nella sostanza, ricalca le richieste del procuratore generale che aveva fatto qualche distinzione (di forma, non di sostanza) chiedendo che i ricorsi in parte fossero dichiarati inammissibili e in parte rigettati. Una differenza solo tecnica che nulla cambia per gli imputati le cui condanne vengono confermate in maniera definitiva. Il 30 novembre del 2016 erano state confermate in Corte di appello le condanne inflitte in primo grado dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento. Il verdetto, adesso, è stato ribadito in Cassazione. Gli imputati sono Carmelo Vetro, 32 anni, di Favara (condanna definitiva a 9 anni di carcere); Pietro Capraro, 38 anni (9 anni e 6 mesi), di Agrigento; Gaetano Licata, 33 anni (10 anni), di Agrigento; Maurizio Romeo, 47 anni (14 anni), di Porto Empedocle, e Gerlando Russo, 44 anni, (9 anni), di Porto Empedocle.