AGRIGENTO. Il figlio già alle scuole medie godeva di un vitalizio per ripetute cadute e traumi in palestra e nei locali dell’istituto che gli avevano provocato un deficit del trenta per cento. La moglie, addirittura, era caduta all’ufficio sbattendo il ginocchio e ottenendo una percentuale di invalidità del 43 per cento. «Ma è un dato che non ha alcun senso, questa percentuale non la si attribuisce neppure a chi subisce l’amputazione di un arto».
Il medico legale Giuseppe Messina, consulente del pubblico ministero Antonella Pandolfi, alla quale è stato assegnato il fascicolo dopo il trasferimento del collega Andrea Maggioni, ricostruisce in aula i presunti brogli che avrebbe messo in piedi il personaggio chiave dell’inchiesta Demetra, vale a dire il raffadalese Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 53 anni, gestore di un patronato che avrebbe vissuto nel lusso a giudicare dalle ville e dai beni sequestrati. Il medico legale è stato ascoltato davanti ai giudici della Prima sezione penale, presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni e ha riferito su alcune truffe che gli vengono contestate.
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