
FAVARA. Sarebbe stato trovato in possesso di due grammi di eroina, di 440 euro in contanti, di due spatole d’acciaio – presumibilmente utilizzate per triturare e «tagliare» la sostanza stupefacente –, di un bilancino elettronico di precisione rotto, di un accendino utilizzato per la termosaldatura, di blister vuoti che in origine contenevano medicinali e di un rotolo di cellophane utilizzato, secondo l’ipotesi accusatoria dei carabinieri, per realizzare gli involucri delle dosi di eroina.
Droga e materiale che non avrebbe potuto avere visto che si trovava agli arresti domiciliari. Dopo una perquisizione nella sua abitazione – realizzata dai carabinieri di Agrigento e di Favara – Emanuele Di Dio, 39 anni, è finito, di nuovo, nei guai. I militari dell’Arma lo hanno arrestato e trasferito in carcere dove, oggi, alle 11,30, verrà interrogato. A rappresentarlo e difenderlo, ancora una volta, l’avvocato Salvatore Cusumano.

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