AGRIGENTO. «Non ho mai conosciuto i Marrella ma Giuseppe Fanara, mio padrino di battesimo e capo provincia di cosa nostra per un periodo, mi disse che facevano parte di cosa nostra». Maurizio Di Gati, l’ex capo provinciale delle famiglie mafiose agrigentine, dopo alcuni anni di «oblio», inevitabili visto che le sue conoscenze si fermano a dodici anni fa, torna a deporre al tribunale di Agrigento per la seconda volta a distanza di una settimana. Lo ha fatto, ieri mattina, al processo scaturito dalla maxi inchiesta Icaro che, nel dicembre del 2015, ha disarticolato le cosche nella loro, ennesima, fase di riorganizzazione successiva all’operazione Nuova Cupola. Di Gati è apparso di spalle, collegato da un sito riservato, con un giubbotto a coprirlo interamente anche in testa. In ogni caso la figura appare decisamente più magra rispetto alla sua ultima foto ufficiale.