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Capitale della cultura 2020, la delusione di Agrigento. Firetto: "Valorizzeremo la città"

AGRIGENTO. La ferita brucia. Nonostante, anche ieri, all’ex collegio dei padri Filippini, il sindaco Lillo Firetto abbia ripetuto che «Agrigento è già capitale della cultura», la ferita c’è. Ed è stata inferta al recuperato orgoglio dell’essere agrigentini. Non all’unanimità, ma Agrigento ci ha creduto. A partire proprio dal sindaco, in tanti hanno sperato che la candidatura passasse, anche se tutti erano consapevoli che arrivava esattamente dopo il riconoscimento di Palermo quale capitale italiana della cultura 2018.

«Mi inchino a ogni decisione, ma già durante la mia audizione avevo auspicato che ogni scelta fosse basata sul dossier e non su ‘ragioni’ di ordine geografico» – ha detto Firetto - . Resta il rammarico, dunque, ma è già il momento di guardare avanti.«Nel 2020, Agrigento festeggerà ugualmente i 2.600 anni dalla sua fondazione. E vedremo anche – incalza, senza scoramento, Firetto - quale sarà il dato consolidato che riuscirà a raggiungere Agrigento e valuteremo anche i dati sotto il profilo della crescita dei flussi e della capacità culturale che metteranno a reddito le altre città. Credo che anche in quell’occasione arriveremo ad armi pari. Valorizzeremo ancora di più la città.»

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