LAMPEDUSA. Quarantadue migranti stanno continuando la protesta che va avanti da diversi giorni davanti alla chiesa madre di Lampedusa. Molti di loro non mangiano da tre giorni e in diversi si sono cuciti la bocca con ago e filo di cotone bianco. Chiedono di potere essere trasferiti dalla più grande isola delle Pelagie e di non essere rimpatriati. Le forze dell'ordine seguono i migranti senza intervenire rimanendo nelle vicinanze, in assetto antisommossa. Il gruppo di tunisini è a Lampedusa da diverse settimane. La rivolta era scoppiata nell'hot spot dell'isola una settimana fa. Gli ospiti, tutti tunisini, venerdì scorso erano usciti dal centro e da una collinetta avevano dato inizio ad una sassaiola verso gli uomini delle forze dell'ordine in servizio all'interno della struttura. Un carabiniere era stato ferito alla testa in modo non grave. La protesta, in quell'occasione, aveva coinvolto oltre 250 tunisini e nel corso della mattinata 50 di loro erano stati trasferiti dall'isola con la nave di linea Paolo Veronese diretta a Porto Empedocle. A partire da febbraio, funzionari della Prefettura di Agrigento e del ministero dell'Interno saranno presenti a Lampedusa "per più giorni consecutivi e con cadenza ravvicinata", per favorire l'azione sinergica di tutte le componenti istituzionali e non che operano nell'hotspot, nonché per "vigilare e dare il massimo impulso ai lavori di ristrutturazione ponendo in essere ogni iniziativa volta a migliorare le condizioni generali del centro, in primis quelle del decoro e dell'igiene". Lo ha assicurato il capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, prefetto Gerarda Pantalone, che ha incontrato ieri al Viminale il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, all'indomani della visita che il Garante ha svolto nel centro di Lampedusa. "Nel corso del colloquio - informa il Viminale - che si è tenuto all'insegna della massima collaborazione istituzionale, è stata condivisa l'esigenza che il Centro di Lampedusa, ove convergono migranti a seguito di sbarchi spontanei e di arrivi conseguenti ad operazioni di soccorso effettuate in condizioni di emergenza, sia oggetto di un capillare ed assiduo monitoraggio per il miglioramento delle condizioni di accoglienza". Il Garante, prosegue, "nel sottolineare l'importanza dell'approccio sistemico posto in essere dal ministro Minniti per il governo del fenomeno migratorio, ha pienamente condiviso l'iniziativa, assicurando un dialogo costante che, nel rispetto dei reciproci ruoli istituzionali, possa contribuire ad una più efficace tutela dei diritti dei migranti, per i quali auspica in ogni caso una contrazione dei tempi di permanenza nell'hotspot".