AGRIGENTO. Non era una donna boss, né contribuì al rafforzamento dell’associazione mafiosa, ma si limitò forse a fiancheggiare il fratello capomafia smistando i “pizzini”. Il favoreggiamento fra familiari, però, non è punibile.
Per questo Anna Messina è stata assolta dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza è stata letta ieri sera, poco dopo le 20,30, dal presidente della sesta sezione della Corte di appello di Palermo, Roberto Murgia.
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