PALERMO, 18 SET - «Completata l’escussione dei testi, l’acquisizione di tutti i documenti, scritti editi ed inediti, e quant'altro necessario per formare il suo convincimento sulla figura del servo di Dio Rosario Angelo Livatino e sottoporre il tutto al nostro Arcivescovo, il Signor Cardinale Francesco Montenegro». Lo ha detto don Giuseppe Livatino, postulatore della causa diocesana per la canonizzazione di Rosario Angelo Livatino, a margine della presentazione della Settimana della Legalità che comincerà a Canicattì mercoledì prossimo. Il giudice Livatino fu ucciso sulla statale 640 dai mafiosi la mattina del 21 settembre 1990 mentre, con la sua utilitaria una Ford Fiesta amaranto di seconda mano, da solo e senza scorta da Canicattì si recava al tribunale di Agrigento. Avrebbe dovuto compiere 38 anni. La Settima della legalità inizierà mercoledì sera alle 20 con una veglia di preghiera a S. Domenico seguita da una fiaccolata sino alla futura «Casa Museo Livatino». Il 21 settembre, dopo la messa, omaggio in contrada Gasena, dove venne ucciso, alla stele di recente danneggiata da ignoti e ora restaurata. Il 22 settembre convegno su: «Dalla Valle dei Templi a Sibari: l'impegno della Chiesa contro la criminalità mafiosa ed organizzata» con don Giuseppe Livatino e Luigi Patronaggio, Procuratore Capo della Repubblica di Agrigento. Il 23 «I Madonnari disegnano la Legalità» ed il 25 settembre l’omaggio al Giudice Antonino Saetta e al figlio Stefano, uccisi il 25 settembre 1988. Il 3 ottobre a Messina, infine, la consegna dei "Pro Bono Iustitiae» e «Pro Bono Veritas».