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Cattedrale di Agrigento, Montenegro: "Troppi silenzi, sono avvilito"

AGRIGENTO. L'indifferenza dei politici e degli Agrigentini per le sorti della Cattedrale di Agrigento, che rischia di crollare, amareggia il Cardinale.

Nella giornata in cui si ricorda la dedicazione della Cattedrale a San Gerlando, il giudizio di monsignor Franco Montenegro, che si sente «forzatamente senza casa» da sei anni, sei mesi e venti giorni, cioè da quando la Cattedrale è stata chiusa, è sferzante: «Vedo le crepe diventare evidenti, il pavimento abbassarsi, i marmi spaccarsi. Se dovesse accadere l'irreparabile e se non fosse una cosa grave, ci sarebbe da ridere. Già mi immagino il ballo dello scarico delle responsabilità. Sarà un gioco puntare il dito l'uno contro l'altro tra chi aveva delle responsabilità. Ma la cosa che mi fa più male è l'indifferenza degli Agrigentini a riguardo».

Circa duecento fedeli hanno ascoltato l'omelia del cardinale, insieme ad alcuni sacerdoti e seminaristi nel tardo pomeriggio di ieri, allineati lungo un stretto corridoio esterno, fuori dalla cattedrale, dove non è ancora consentito poter svolgere le funzioni religiose. «È avvilente continuare a sentire da anni promesse da parte di chi dovrebbe prendere le necessarie decisioni per salvare la nostra Cattadrale – ha detto nella sua omelia – E' vero che qualcosa sembra muoversi anche se quello a cui si sta pensando non è risolutivo, ma si tratta soltanto di mettere in sicurezza la Cattedrale».

 

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