CANICATTI'. E’ stata danneggiata la stele fatta erigere alla periferia di Agrigento dai genitori del giudice Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990. Il monumento si trova nel luogo in cui il magistrato venne assassinato. A fare la scoperta è stato un operaio che stava passando e che ha subito segnalato il fatto.
A dare la notizia sono i responsabili delle associazioni «Amici del Giudice Rosario Livatino» e «Tecnolpolis» di Canicattì, che da anni organizzano iniziative in memoria del magistrato per il quale è in corso di chiusura la Canonizzazione. Secondo i primi accertamenti qualcuno con un oggetto pesante - una pietra o un martello - ha spaccato in due il cerchio su cui c'era scritto «A Rosario Livatino...» facendo saltare il nome del giudice.
Alla vigilia dell'anniversario della strage di via D'Amelio, la Sicilia rischia così di ripiombare in un clima cupo di paura che sembra riportare la città indietro di 25 anni. Due atti vandalici nelle scuole di Palermo, pochi giorni fa, per sfregiare l'immagine di Giovanni Falcone e lanciare un chiaro messaggio intimidatorio.
Il primo raid con la statua con il volto del giudice è staccata dal busto e usata come ariete per rompere il muro dell'istituto. La seconda il ritrovamento di un uccello con la testa mozzata.
"Abbiamo aperto un'indagine su un fatto che definisco inquietante. Seguiremo ogni spunto. Certamente non si può escludere la pista mafiosa". Lo dice il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Sul posto per i rilievi la squadra mobile e la polizia scientifica.
"Onore alla memoria oltraggiata del giudice Livatino. Italia unita alla vigilia dell'anniversario della strage di via D'Amelio". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, commentando la notizia del danneggiamento di una stele in ricordo del magistrato ucciso dalla mafia.
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