LICATA. Nel 2016 ha salvato 5568 migranti e ora è appena salpata dal porto di Licata per la prima missione di salvataggio del 2017. È l'operazione 'Sea-Eye', dal nome della nave privata tedesca che dal 20 aprile scorso pattuglia il Mediterraneo per segnalare e soccorrere imbarcazioni in pericolo davanti alle coste libiche. Nata nell'autunno 2015 dall'iniziativa di un gruppo di cittadini di Ratisbona guidato dall'imprenditore Michael Buschheuer "stanco di assistere inerme alla morte di rifugiati nel Mediterraneo", l'organizzazione ha acquistato e riadattato un vecchio peschereccio lungo 26 metri che per quasi 60 anni è stato utilizzato a Rügen, isola del mar Baltico. La Sea-eye è stata ormeggiata per tre mesi al porto di Licata in attesa di riparazioni, e durante questo periodo nella città sono stati organizzati diversi incontri e iniziative con studenti e scout. A bordo c'è una infermeria dove personale medico presta le cure di primo soccorso a chi ha subito lesioni gravi, e in quelle che una volta erano le zone riservate al trattamento del pesce ora ci sono giubbotti di salvataggio, scorte di acqua e cibo, medicinali, zattere. "Il nostro compito è soprattutto quello di monitorare le acque al largo delle coste libiche e segnalare le imbarcazioni sovraffollate al Centro di Ricerca e soccorso marittimo di Roma (MRCC) - spiega Friedemut Weber, uno dei volontari - abbiamo soccorso anche una donna incinta, ma principalmente portiamo i rifugiati al sicuro su una nave più grande". Ora la Ong tedesca conta 700 volontari, per lo più tedeschi, ed è appena salpata dal porto di Licata, dove sperano di tornare il 22 marzo. "Qui l'accoglienza è stata calorosa", dicono, e al porto di Marina di Cala del Sole hanno anche allestito una mostra fotografica per raccontare le missioni portate avanti nei mesi scorsi. "Il nostro comportamento in mare non cambierà nel 2017 - spiega il resto dell'equipaggio, composto da 8 persone in tutto - Opereremo a larga distanza dalle coste libiche, anche per evitare di metterci in pericolo. Questo comporterà l'aumento della difficoltà del viaggio per migranti e rifugiati, perché sarà ancora più difficile avvistarli. L'unica risposta dell'Ue alla catastrofe umanitaria nel Mediterraneo è quella di combattere i rifugiati e di screditare i soccorritori", dicono, non nascondendo di temere le "pressioni dei governi incalzati dalle nuove destre". Per finanziare il progetto hanno calcolato che servono 250 mila euro per carburante, alimentari, dispositivi medici, elettronica, tasse portuali. "Ma contiamo di raggiungere questo obiettivo entro il 2017 - dicono - andiamo avanti grazie alle donazioni dei privati".