LICATA. Il principale imputato sollecita il dissequestro delle quote di una società, requisite il giorno dell’operazione della Guardia di Finanza. La Procura, nel frattempo, chiede il rinvio a giudizio e l’inchiesta approda in aula per l’udienza preliminare. Arriva al bivio decisivo l’inchiesta giudiziaria sulle presunte estorsioni ai danni dei dipendenti delle cooperative di Licata, “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno”. Il 10 ottobre scorso le Fiamme Gialle hanno eseguito cinque misure cautelari. Gli inquirenti – l’inchiesta è stata condotta dal pubblico ministero Matteo Delpini – ipotizzano il classico sistema del pizzo sulla busta paga. I dipendenti delle coop, inoltre, per evitare di essere licenziati avrebbero dovuto firmare il classico foglio di dimissioni in bianco e poi accettare di restituire di una parte consistente dello stipendio. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI AGRIGENTO DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE