AGRIGENTO. Il boss Giuseppe Falsone, come un capo partito qualsiasi, aveva cacciato tutti quelli che gli avevano votato contro. «Chi aveva partecipato al summit per eleggere il suo rivale Maurizio Di Gati al vertice delle famiglie di Cosa Nostra agrigentina era stato messo fuori». A rivelarlo è stato il sostituto commissario della squadra mobile di Palermo, Giuseppe Baldagliacca.
Il poliziotto è stato ascoltato ieri mattina al processo scaturito dall’inchiesta antimafia “Icaro” che, fra il dicembre del 2015 e il gennaio successivo, ha portato a una ventina di misure cautelari fra i componenti delle nuove famiglie mafiose dell’Agrigentino.
Il processo è alle battute iniziali. Baldagliacca è il primo teste che è stato ascoltato ieri davanti al collegio di giudici della prima sezione penale presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni.
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