AGRIGENTO. Il 24 febbraio davanti al giudice Giuseppe Miceli: l’inchiesta ribattezzata “Duty free”, che ha sgominato un presunto giro di tangenti all’Agenzia delle Entrate in cambio di favori e annullamenti di sanzioni tributarie, approda in aula per l’udienza preliminare.
Il pubblico ministero Andrea Maggioni, titolare dell’inchiesta, ha chiesto per i ventiquattro indagati il rinvio a giudizio. Il provvedimento è firmato anche dal capo dell’ufficio Luigi Patronaggio e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. Sei dei trenta indagati iniziali erano già usciti di scena quando, nel maggio scorso, i pm disposero la chiusura delle indagini.
Nei loro confronti la Procura chiederà l’archiviazione. L’operazione “Duty free” (tradotto dall’inglese “niente imposte”) scaturisce da un’indagine molto più vasta i cui esiti potrebbero presto portare ad altri sviluppi, partita nel 2012, che ha colpito al cuore l’ufficio delle Entrate di Agrigento. Il blitz della Guardia di Finanza è scattato il 10 dicembre del 2015.
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