AGRIGENTO. Secondo il giudice dell’udienza preliminare di Agrigento, Alessandra Vella, l’imprenditrice Angela Lo Iacono, 64 anni, e il marito Vincenzo Drago, 67 anni, non sono degli impostori che si sono finti vittime del racket mafioso per avere dei vantaggi di natura professionale.
I due imputati sono stati scagionati dall’accusa di calunnia. Assoluzione per la moglie, che è stata giudicata con il rito abbreviato. Non doversi procedere per il marito che non aveva chiesto alcun giudizio alternativo e rischiava il rinvio a giudizio.
La formula (“il fatto non costituisce reato”) è la stessa e sembra escludere un dolo nelle denunce presentate dai coniugi alla polizia e alla Direzione distrettuale antimafia nei confronti dei colleghi Gerlando Gibilaro, 35 anni, e Salvatore Guarragi, 46 anni, finiti in carcere, prima dell’assoluzione definitiva, nell’ambito dell’operazione antimafia “Nuova Cupola” anche a causa delle loro denunce.
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