Avrebbe pagato una somma di 14 mila euro per evitare clamore mediatico sulla vicenda giudiziaria che la vede coinvolta. Ma, invece, suo malgrado, il polverone che si è alzato attorno al caso ha finito per amplificarlo. Ieri mattina, davanti al gup Stefano Zammuto, è iniziata l' udienza preliminare a carico dell' avvocato Francesca Picone che, il 12 novembre scorso, ha teso una "trappola" al noto collega Giuseppe Arnone, politico di lungo corso e più volte candidato a sindaco, facendolo arrestare in flagranza di reato per estorsione. Il primo passaggio è stato ieri, ma il giudice Zammuto ha dovuto rinviare perché non risultava andata a buon fine la notifica alla seconda imputata, Concetta Pico ne, sorella dell' avvocatessa. Si torna in aula il 10 gennaio e, al momento, sulla base di quello che c' è scritto nell' ordinanza, fino a quel giorno Arnone dovrà restare ai domiciliari. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI AGRIGENTO DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE AGGIORNAMENTO: la tesi della Procura è stata successivamente ritenuta priva di fondamento e il reato è stato derubricato.