CANICATTÌ. Un supplemento d'indagini disposto dalla Cassazione ha portato al congelamento del sequestro di beni per 7,5 milioni di euro dell'imprenditore Calogero Di Gioia, di Canicattì (Ag). I giudici nel ritenere inammissibile il ricorso dell'imprenditore, hanno annullato con rinvio l'ordinanza della Corte d'appello di Palermo che nell'aprile dello scorso anno aveva confermato il sequestro e disposto la confisca dei beni e delle quote del capitale sociale dell'azienda «Gioia Metallurgica srl», facente capo allo stesso Di Gioia ritenuto contiguo ad ambienti mafiosi. L'imprenditore era stato arrestato dalle forze dell'ordine per le sue frequentazioni avvalorate dalla partecipazione a summit mafiosi tra l'Agrigentino ed il Palermitano, nonchè per il ruolo di «postino» dei famigerati pizzini destinati a Bernardo Provenzano e ad altri esponenti di spicco delle famiglie mafiose.